DOGNA 
 

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TERREMOTO DEL FRIULI
25 Gennaio
1348

 
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carinzia t1348

  Il terremoto del 25 gennaio 1348 ore 15:30è stato un evento sismico localizzato tra Slovenia e Friuli, avvertito in tutta Europa.

Il sisma colpì verso le ore 23 e devastò il Friuli, il Goriziano, il Bellunese, la Slovenia, la Carinzia e si estese anche al Veronese, al Vicentino ed alla Lombardia; fu distintamente avvertito anche fino a Pisa, in Germania ed in Dalmazia.

L'evento fu riportato nelle cronache di numerose città e abbazie, per cui questo è uno dei terremoti medievali più accuratamente documentati.

Il sisma colpì nello stesso anno della peste nera.

Causò notevoli danni a chiese, case e castelli; molti villaggi furono distrutti e cattivi odori vennero emanati dalla terra.

La maggior parte dei danni fu riportata in Italia (comprese città lontane come Napoli) e in Carinzia.

A Venezia, colpita nel primo pomeriggio, ci furono centinaia di vittime e la distruzione di numerosi edifici.

In Carinzia a nord-est, la città di Villaco fu in gran parte distrutta da una frana. Seguirono forti scosse di assestamento fino al 5 marzo.

Secondo le cronache si ebbero tre scosse: la prima debole, la seconda più forte e la terza rovinosa, queste ultime due molto ravvicinate. La durata delle due scosse più forti fu valutata uguale al tempo di dire tre Pater e tre Ave.

A Villaco non rimase in piedi nemmeno una casa, crollarono molti edifici, tra cui tutti i conventi ed il Duomo e si lamentarono molte vittime.

Nel contado più di sessanta tra castelli e ville furono completamente rasi al suolo.

In Carnia ci furono più di mille vittime e danni ingenti: a Tolmezzo crollò il castello, a Gemona del Friuli più della metà delle abitazioni crollarono subito o furono successivamente demolite ed il campanile del Duomo fu lesionato seriamente, a Venzone ci furono danni ingenti ed il campanile del Duomo fu abbattuto.

Ad Udine crollò il castello, il palazzo patriarcale e vi furono gravi danni anche nel Duomo ed, inoltre, precipitarono quattro grandi capitelli dal campanile.

A Flagogna crollò il castello, uccidendo la castellana con i familiari.

La ricostruzione dei centri terremorati, anche per la scarsità dei mezzi finanziari disponibili, dovuti anche alla grave emergenza seguita all'epidemia della peste nera, fu lentissima, tanto che ancora trent'anni dopo il sisma le rovine caratterizzavano il paesaggio della area colpita.

Testimonianze del terremoto e della peste furono scritte nella Cronaca di Giovanni da Parma.

 carinzia.jpg
CARINZIA

Verso il tramonto un fortissimo terremoto distrusse gran parte degli edifici di Villach (Carinzia, Austria meridionale).

Numerose frane si staccarono dai pendii delle montagne circostanti distruggendo molti castelli e villaggi dei dintorni.

Gli effetti si estesero anche in territorio italiano, con crolli e danni gravissimi a Gemona, San Daniele del Friuli, Tolmezzo, Venzone e altre località dellUdinese.

Danni più lievi e isolati si ebbero a Trento, Venezia e Bolzano. A Padova, Vicenza e Verona il terremoto non fece danni ma fu avvertito così fortemente da causare il panico: la popolazione si riversò nelle strade e alcune persone rimasero schiacciate nella calca.

Il numero totale delle vittime del terremoto fu molto alto (forse alcune migliaia) ma resta imprecisato, anche perchè tende a confondersi nella memoria dei testimoni con quello delle vittime della Peste Nera del 1348-1350, che investì lo stesso territorio qualche mese dopo il terremoto.

La scossa principale fu avvertita in una vasta area della Francia e della Germania meridionale e in Italia almeno fino a Bologna.

Fu seguita da una seconda scossa più debole dopo circa mezzora. Nella prima metà di febbraio ci furono alcune repliche.

“[…] In Gelmona la metà e più delle case sono rovinate e cadute, e ‘l campanile della maggiore chiesa tutto fesso e aperto, ella figura di san Cristofano intagliato in pietra viva si fesse tutta per lungo. Per li quali miracoli e paura i prestatori a usura della detta terra [località], convertiti a penitenzia, feciono bandire che ogni persona ch’avessono loro dato merito e usura andasse alloro per essa; e più d’otto d continuarono di renderla […]”.
[Giovanni Villani, XIV. Nuova cronica, Libro XIII, cap. CXXIII]

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affresco-nella-Sala-dei-Giganti-nel-Palazzo-Tè-di-Mantova-realizzato-da-Giulio-Romano-e-Rinaldo-Mantovano-nel-1528-1533

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Affresco-sul-terremoto-del-1348-dipinto-da-M.-Wurmster-di-Strasburgo-nel-1362-circa-nel-Castello-di-Karlstein-in-Boemia.







I terremoti nel Medioevo
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