NESSUNO SEMBRAVA VOLERE LA GUERRA

 

Nessuno sembrava volesse la guerra ma tutti la preparavano. 

Gli Austriaci in particolare si attivarono gia’ dagli anni 1880 a fortificare i propri confini contro l’Italia che inizio’ a fortificare all’inizio del 1900.     Era ovvio che non si fidava dell'alleato Italiano.

L'Italia a quei tempi era in grande fermento e c'erano molti che intendevano unificare tutti i territori di lingua Italiana in una unica nazione.

L'Impero Austroungarico lo sapeva e nonostante l'alleanza che lo univa inizialmente all' Italia  temeva che primo o poi l'Italia reclamasse i territori di lingua e tradizione Italiana.

Fortificazioni Austriache

 

 

 

 

Gola Aibil

 

costruzione 1885 -  1887.

 

Forte Lago Predil

 

I lavori iniziarono nella primavera del 1885 per terminare il 10 luglio 1887

 

Galleria di Bretto

Nel 1905 fu aperta, a 260 m di profondità, la galleria di scolo di Bretto (lunga quasi 5 kilometri) che riversa le acque nel Coritenza, sottopassando il Predil.

 

 
  L'Italia inizio' solo molto dopo a difendere i suoi confini di allora.

Appena ad otto kilometri c'era il confine che divideva Pontebba da Pontafel

Solo dopo l'inizio della guerra si inizio' a costruire le strade e le fortificazioni in Val Dogna

Nonostante l'Italia fosse ancora alleata con l'Austria si intuiva  la volonta' dell'Italia di lasciare l'alleanza e dichiarargli guerra ( come avvenne di fatto l'anno dopo)

 

Forte Chiusaforte Inizio lavori 1904
Forte Ospedaletto Inizio dei lavori nel 1904.
Fortificazini Dogna Inizio lavori Agosto 1914
Teleferica Choiut Inizio lavori 01 settembre 1916 fine  giugno 1917

  Fortificazioni Italiane

 
     

 

     
     

 

     
 

Sin dai primi giorni dopo l'entrata in guerra i due eserciti si fronteggiarono lungo tutto l'arco alpino, dando vita ad assalti ritenuti secondari dal punto di vista militare. Non per questo però sono da considerarsi meno incredibili dal punto di vista umano: migliaia di uomini con un equipaggiamento tutt'altro che tecnologico riuscirono a costruire gigantesche opere militari ed a sopravvivere ai rigidi inverni. 

È quanto accaduto ad esempio sulle Alpi Giulie, lungo quello che fu il confine tra Italia ed Austria-Ungheria tra le cime che dividono la Val Dogna dalla Val Canale.

Tra sentieri alpini, prati montani, boschi di conifere e cime rocciose si nascondono numerose tracce della Grande Guerra che ancora oggi sorprendono per la loro posizione e magnificenza.

Si può rimanere affascinati ad esempio nel vedere le infrastrutture costruite oltre un secolo fa per il trasporto di uomini, animali e materiali come strade, sentieri, gallerie e funivie.

Oppure affrontare gli itinerari nel cuore della Val Dogna e della Val Saisera ed immaginare quanto fosse difficile vivere in un ambiente così ostile. 

 
         
          L'esercito Italiano conquisto' subito all'inizio delle ostilita' le cime a Nord della Val Dogna e vi costrui'  imponenti trincee per un eventuale invasione sia dallla Valcanale (penetrazione da Malborghetto , Pontebba )  sia per una eventuale invasione da Sella Somdogna

Fortifico' altresi' la catena a Sud per proteggersi da una eventuale penetrazione dei tedeschi da Cave Del Predil atraversando Sella Nevea.

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