Un po' di storia
IL MULINO DI PRERIT
Un mulino
a Prerit? Questa è la domanda che molti potranno porsi, all’inizio non
ci credevo nemmeno io…Probabilmente i giovani della mia età conoscono
Prerit per come appare oggi; i nostri genitori se la ricordano per la
spianata dove in seguito al terremoto del 1976 sorgevano i prefabbricati
tipo “Della Valentina”; i nostri nonni hanno visto probabilmente
l’ultimo splendore del borgo e la rovina dello stesso. Ebbene si, Prerit
aveva anche un suo mulino, oltre alla chiesa di San Antonio, una o più
osterie e all’inizio del secolo contava ben oltre 35 edifici. Ma andiamo
con ordine; sono venuto gradualmente a conoscenza di tutte queste
informazioni partendo da una macina di pietra ( Foto n.°1) di cui
ignoravo la destinazione d’uso. Chiedendo in casa e alla nonna Attilia
Tommasi, la prima notizia che ebbi fu: “ ..Alé dal Mulin che ai vevin i
bisnonos in Prerit..”. La curiosità mi ha spinto ad ulteriori
approfondimenti negli anni e in modo discontinuo l’argomento. Osservando
Prerit ormai non rimane nessuna traccia della passata frazione che fu, a
parte le teste di ponte del vecchio viadotto ferroviario, il basamento
di un pilone sul greto del torrente Dogna e la rosta sul fiume Fella.
Dopo l’alluvione del 1996 casualmente passando nel greto del torrente
Dogna ho scoperto un cunicolo, realizzato a volta con pareti in pietra
che partendo dal torrente stesso puntava verso Prerit. Sul momento non
ho dato importanza alla scoperta e mi sono ripromesso di fotografarla,
essendo interessante e a parere mio abbastanza antica; peccato che nel
frattempo per proteggere le sponde del torrente Dogna, siano state
costruite le roste di massi ricoprendo e celando per sempre tale
testimonianza. Questa cunicolo mi ha acceso una lampadina; vuoi vedere
che serviva per alimentare il mulino? Magari proprio quello dei miei
bisnonni…. Trascorsi gli anni, un giorno controllando vecchi documenti
di famiglia, mi è capitata in mano una mappa dell’Ex Catasto Austriaco
ed in particolare della frazione di Prerit del 1851 (Foto n° 2); ebbene
con tanta emozione dalla planimetria, si poteva vedere proprio il
tracciato della galleria che poi si trasformava in roggia e che, a sua
volta, andava a fiancheggiare un edificio.. sicuramente era il Mulino di
Prerit. Tale edificio si trovava all’estremità sud della frazione, tra
la strada cosiddetta “Strada Comunale di Roncheschin” e il “Fiume
Dogna”. Deciso stavolta ad approfondire la cosa e avendo a
disposizione i numeri di mappa mi sono recato all’ASUd di Udine e ho
scoperto notizie molto interessanti. Di certo si sa che già nel 1811 il
mulino era in funzione ed era descritto nel Catasto Napoleonico come
segue: “1811 Mulino a proprio uso di casa con ruota – Proprietario
Pittino Giacomo fu Giacomo; edificio adiacente adibito a Maglio” (ASUd).
Quindi c’era il mulino in attività e anche una fucina con il maglio,
sempre azionati grazie all’acqua del Torrente Dogna. Nel 1851 facendo
la visura sui registri del Catasto Ex-Austriaco si legge: “ 1851
Casa Colonica, ora Mulino costrutto di nuovo – Proprietario Marcon Maria
fu Andrea maritata Pittino detto “Canzoncin”; edificio adiacente: area
di Maglio diroccato” (ASUd). Si evince che il mulino è stato
costruito ex novo o probabilmente restaurato, il maglio non era più in
attività.
Inoltre
una bellissima foto mi ha dato il piacere di vedere com’era questo
mulino e mi ha confermato quanto avevo scoperto fino ad ora ( Foto n°3).
La foto è stata scattata con certezza nel periodo 1915/1917 e si vede
chiaramente che il mulino non aveva più la ruota; probabilmente aveva
cessato la sua attività nei primi decenni del ‘900. Si nota in basso il
canale della roggia parzialmente coperto e il foro sulla parete
dell’edificio dove usciva l’asse della ruota. Alla sua destra la colonna
che sosteneva la “doccia” da dove l’acqua cadeva sulla ruota.
Dalla
foto si possono trarre molte informazioni. Sicuramente si riconoscono
tre fasi costruttive del corpo di fabbrica; in origine solo il piano
seminterrato e il primo piano del corpo dell’edificio principale lo
battezzò a mulino. Successivamente venne costruito l’edificio di testa
di minori dimensioni e come ultima fase venne eretto il piano superiore
diventando così il secondo piano. Dopo aver raccolto questi interessanti
dati sono riuscito a farmi un idea di come poteva essere il mulino nel
tempo di “massimo splendore”: perciò per chiarirmi le idee ho realizzato
un disegno ( Foto n°4) che dovrebbe avvicinarsi realisticamente a
come doveva essere il Mulino di Prerit nei primi anni del ‘900.
Sono
sicuro che con il tempo e approfondendo l’argomento, molte altre notizie
interessanti potranno venire alla luce. L’unica certezza è che la
frazione di Prerit fu rasa al suolo, nel vero senso della parola, nel
periodo 1943/1945 in seguito gli innumerevoli bombardamenti perpetrati
da parte dell’aviazione alleata. Il destino fu segnato dalla posizione
dell’abitato, posto sfortunatamente nella pertinenza del viadotto
ferroviario. Le tonnellate di bombe, da 500 libbre l’una, scaricate
sull’abitato lasciarono di Prerit solo un cumulo di macerie. Non ho
certezza di tutte le fasi che seguirono al dopoguerra, so solo che le
poche macerie vennero rimosse e spianate, lasciando un grande vuoto
dove un tempo sorgeva questa bellissima frazione. Del Mulino, rimane
muto testimone la macina, che fortunatamente un mio familiare ha portato
in salvo a suo tempo; esisteva anche la sua gemella che purtroppo è
stata “sottratta” da ignoti nell’immediato periodo “post terremoto” per
la posa dei prefabbricati, della quale si sono perse le tracce. Se
qualcuno avesse delle ulteriori testimonianza a riguardo può contattarmi
direttamente o tramite email: emilianodigion@yahoo.it. Se riuscirò ad
avere ulteriori notizie in merito mi premurerò di illustrarle attraverso
le pagine di questo Bollettino.
Emiliano
Di Gion
METTI
DIDISCALIE FOTO
Foto 1:
la vecchia macina inferiore del Mulino di Prerit.
Foto 2:
la mappa di Prerit nel 1851, nel cerchio il Mulino (Documento Privato).
Foto 3:
Il mulino di Prerit negli anni 1915/1917 ( Archivio Privato).
Foto 4
:disegno di mia realizzazione che illustra il mulino in attività nei
primi anni del ‘900.
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